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Come comincia e dove finisce un progetto di architettura? È a partire da quest'interrogativo che il testo ripercorre la storia della nascita del nuovo complesso residenziale di via Aosta 8, a Torino. Si inizia con una passeggiata nel quartiere Aurora, illuminante per scorgere dietro il disordine sociale e urbanistico dell'area la presenza di significative preesistenze edilizie che si mescolano a manufatti industriali dismessi, solo di recente oggetto di riqualificazione e riuso. È quanto è avvenuto per l'edificio che Beppe Fenoglio progettò nei primi anni del Novecento per il gruppo industriale Gilardini, ma che il quartiere ama ricordare come ex sede della Chocolat Tobler. Oggi della fabbrica rimane il ricordo, conservato nel restauro delle facciate esterne, dietro le quali si cela il progetto dello Studio Cucchiarati per l'impresa costruttrice DE-GA: ampie vetrate, terrazzi-giardini pensili, tetti verdi e una corte interna che per i residenti è diventata punto di riferimento e di socializzazione, palcoscenico di sperimentazione di un cohousing spontaneo e imprevisto, esempio eloquente di un nuovo modo di concepire l'abitare in città estraneo all'individualismo esasperato che la società contemporanea vorrebbe imporci. È forse solo a questo punto, quando il progetto si rapporta con gli utenti e diventa un loro prodotto, che esso si può considerare concluso e l'architettura comincia a vivere. Prefazione di Luca Gibello.